Questo racconto, scritto da Mario Badino, è immaginato per bambini/e di età compresa tra i 2 e i 3 anni. La diffusione non commerciale è libera citando il nome dell’autore.
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Il fon Simone
C’era una volta un fon, che si chiamava Simone. Quando aveva fame, diceva:
VRRRRRRR!
Quando aveva sete, diceva:
VRRRRRRR!
Quando aveva sonno, diceva:
VRRRRRRR!
Insomma: diceva sempre VRRRRRRR! e nessuno lo capiva mai, perciò Simone era triste e piangeva. Anche quando piangeva, però, diceva:
VRRRRRRR!
e così non se ne accorgeva nessuno.
Un giorno passò da quelle parti una fatina. Si accorse che il fon Simone era triste e si fermò a parlare con lui:
«Fon Simone, perché piangi?», gli chiese. «Forse posso aiutarti!».
A quelle parole, Simone si emozionò e rispose:
VRRRRRRR!
Per fortuna la fatina conosceva la lingua dei fon e si affrettò a rassicurarlo. Gli disse: «VRRRRRRR!», che significa: «Caro fon Simone, non ti preoccupare! Ora io ti toccherò con la mia bacchetta magica e – zum papazum! – riuscirai a farti capire da tutti!». E lo toccò con la bacchetta magica.
Quel giorno, dopo essersi lavata i capelli, la contessa Ilda Lorenza Martinelli aveva fatto ricorso alle cure del fon Simone. All’improvviso, mentre si stava asciugando, il fon aveva iniziato a parlare:
«VRRRRRRR!», disse: «Mi sono stufato di stare qui ad asciugare!».
La contessa fece un salto così alto che, se non ci fosse stato il soffitto, sarebbe arrivata fino al cielo. Chi aveva parlato? Si guardò attorno, ma non c’era nessuno. Allora riprese ad asciugarsi i capelli e il fon Simone disse:
«VRRRRRRR! Almeno facciamo un gioco! Mi annoooio!».
Così la contessa si accorse che Simone poteva parlare e capì che anche i fon hanno i loro sentimenti. Perciò da quel giorno cominciò a trattarlo meglio e gli concesse anche una vacanza di tanto in tanto.
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