Qualcuno si chiederà che razza di spazio sia questo, vista l’eterogeneità del materiale che vi è pubblicato. Entro breve sarà pronto un manifesto di massima da sottoporre al giudizio delle persone interessate ad avviare un progetto di condivisione gratuita di materiale artistico autoprodotto.
Ciò premesso, mi prendo la libertà di pubblicare un testo particolare, che non è solo, come altri pubblicati nei giorni scorsi, un racconto destinato ai bambinitra i 2 e i 3 anni, bensì un racconto scritto (bè, diciamo dettato) da una bambina che compirà 3 anni il prossimo aprile, mia figlia Emma.
Spero di non far male a condividerlo, spero che non sembri una specie di esperimento; è che sono orgoglioso – e in più lei sembra d’accordo. Aggiungo che il mio intervento sul testo è stato davvero minimo; in particolare le ho fatto qualche domanda per aiutarla a portare a termine la storia.
Un coniglio che non sapeva tornare dalla sua famiglia
di Emma Badino.
C’era una volta un coniglio che si era perso e non sapeva tornare dalla sua famiglia di conigli cadenti. Ma si erano fatti male! Poi la mamma andò da quel coniglio che si era perso.
“Coniglio perché ti sei perso saltando?”
“Boing boing”, rispose il coniglio.
Poi il coniglio, saltando saltando, fece una passeggiata e si perse di nuovo e chiamò la mamma ma non ci aveva il telefono. E chiamò le formichine, ma non ci aveva il telefono. Allora continuò la sua passeggiata e trovò un telefono. e chiamò le formiche.
“Mi prestate un kiwi che devo magiare e la mamma non ha più la pappa? Mi prestate un’aranciata, che la mamma non ha più la pappa?”
Le formiche dissero: “Sì!”.
Il coniglio voleva portare il kiwi e l’aranciata alla mamma, ma non sapeva la strada di casa. Allora usò il telefono per chiamare la mamma. La mamma andò a prenderlo.
Ma poi il coniglio fece un’altra passeggiata e si perse di nuovo…
un coniglio davvero intrigante! cosa ci serberà la prossima puntata?
e poi dopo la passeggiata?
..aspettiamo con ansia il sequel “il coniglio che non sapeva tornare dalla sua famiglia – part II” !
Bravissima Emma!